• Gio. Nov 21st, 2024

cane palermo bruciato ha superato la notte, proprietario denunciato

Ha superato la seconda notte il cane Aron bruciato a Palermo. Denunciato il proprietario: "L'ho fatto perché era un diavolo"

Il cane Aron ha passato la seconda notte”. È questo l’ultimo bollettino veterinario sulle condizioni di Aron, il cane legato a un palo e bruciato a Palermo. A comunicarlo la Lav (Lega AntiVivisezione) che aggiunge: “Oggi siamo tornati a trovarlo in clinica. La situazione è stazionaria con prognosi riservata. I veterinari del reparto di terapia intensiva continuano le cure. Le prossime ore saranno decisive per capire le condizioni degli organi più compromessi e la loro risposta alle terapie”.

L’animale ha riportato ustioni su oltre l’80 per cento del corpo e gravi danni agli organi interni. “È fortissimo. Non ci aspettavamo che superasse la (prima ndr) notte. Sta lottando per vivere e i medici lo stanno aiutando come possono. I medici stanno facendo il possibile perché non senta dolore e perché possa esserci anche una sola speranza. Le sue condizioni sono sempre critiche e la prognosi resta riservata/infausta” diceva ieri l’associazione animalista comunicando di averne ottenuto l’affido e di farsi carico delle spese veterinarie.

Secondo quanto reso noto dalla Questura del capoluogo siciliano, mercoledì sera, durante il regolare servizio di controllo del territorio, gli agenti del commissariato di Polizia ‘Libertà’ sono intervenuti in piazza Francesco Crispi allarmati perché un uomo era intento nel dare fuoco ad un cane. Terribile la scena che si è presentata agli agenti: il cane, immobilizzato a un palo della segnaletica stradale, quasi totalmente ustionato e agonizzante. Il tempestivo intervento delle forze dell’ordine ha impedito che venisse portato a termine l’episodio di violenza. Un’altra pattuglia ha poi trasportato il cane presso una clinica veterinaria.

Ieri Carmelo Russo ha avuto un confronto acceso con alcuni residenti della zona e ha motivato il suo gesto dicendo: “L’ho bruciato perché era un diavolo e di fuoco doveva andarsene. In zona Massimo aveva già azzannato un barboncino e poteva colpire i bambini, era un cane di combattimenti, un sanguinario, un killer”. Quando qualcuno dei presenti ha cercato di chiedergli perché, se realmente pericoloso, non l’avesse affidato a qualcuno non c’è stata una risposta ma solo uno scambio di insulti e minacce. L’uomo, come si vede in molti video diffusi sui social, ha poi provato a salire su un autobus, ma sono arrivati i carabinieri e lo hanno portato via. I militari lo hanno invitato a non tornare più nella zona. Verranno visionati i filmati disponibili in rete per verificare se ci siano ipotesi di ulteriori reati.

“È chiaro – afferma Carla Rocchi, Presidente nazionale Protezione Animali – che in questa terribile storia di atrocità e degrado riemerge più urgente che mai la necessità di riconoscere la pericolosità sociale per chi compie questi reati contro gli animali. Lo chiediamo insieme a Link Italia da anni e non c’è più tempo da perdere”. L’Ente Nazionale Protezione Animali ha attivato immediatamente il suo ufficio legale attraverso l’avvocato Claudia Ricci, per presentare denuncia contro l’uomo. “La stretta correlazione – continua Rocchi – esistente tra maltrattamento o uccisione di animali, violenza interpersonale e ogni altra condotta deviante, antisociale e criminale, definita ‘Link’, è stata ampiamente dimostrata dalla letteratura nazionale e internazionale. Il maltrattamento e l’uccisione di animali sono scientificamente ritenuti specifici indicatori di pericolosità sociale, ossia fenomeni predittivi di contemporanee o successive altre condotte devianti, antisociali o criminali. Per questo chiediamo pene severe e che venga anche riconosciuta la pericolosità sociale di questi soggetti”.

“C’è un criminale a piede libero, un soggetto con gravi patologie psichiatriche che ritiene giusto bruciare il proprio cane poiché lo definisce il diavolo – dicono gli animalisti e volontari aderenti ad alcune sigle: Enpa Palermo, I canuzzi di Marzia, Maria Onlus Ada Palermo, Lida (Lega italiana dei diritti dell’ animale), Felici nella coda, Sos primo soccorso Onlus, Ridai la vita ad un rott Odv – E nessuno interviene nonostante il Comune abbia ufficio attività sociali e benessere animale con tanto di assessore, non pervenuto. Questo è lo scenario. L’ennesima dimostrazione che le pene sono troppo basse per chi commette reato di maltrattamento sugli animali. Se non si mette mano alla legge, succederà ancora”. “Sporgeremo denuncia contro il criminale e contro il Comune di Palermo poiché assente anche nel richiedere l’applicazione (ove non fosse stato fatto) dell’articolo 544 ter per maltrattamento animale ed eventuale sequestro del cane e la custodia di Aron come corpo del reato”.

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